martedì 25 novembre 2014

Cercando l'arte tra le calle di Venezia

Forse è inutile chiedersi come mai una città come Venezia riscuota così tanto fascino. Nonostante le sue vie siano ricolme di turisti, rimbombanti di accenti provenienti dalle parti più disparate del mondo, mantiene sempre la sua raccolta semplicità: basta lasciarsi guidare dal caso errando per le calle più inusitate per riscoprire il silenzio delle onde rade provocate da qualche gondola lontana. Sedersi sul gradino di un piccolo ponte e semplicemente guardarsi intorno sembra essere il segreto per assaporare ciò che la città è.
Come tanti, anche io sono stata rapita dal suo duplice fascino: chiassosa città di feste mascherate da un lato, quieta abitante di canali schivi dall'altro. In questo mio piccolo viaggio mi sono lasciata alle spalle San Marco, il Ponte dei Sospiri ed ogni luogo affollato ed ho apprezzato vie incredibilmente anguste e deserte, zone residenziali fatte di quotidiana quiete. Ogni piccolo dettaglio ha richiesto attenzione per essere compreso: anche il volo elegante di gabbiani si è pian piano rivelato una feroce battaglia attorno alla barca del pescatore appena rientrato.
Accanto a scene di vita quotidiana, ho poi ritrovato un'altra quiete all'interno di musei. Li ho esplorati attraverso un piccolo taccuino di carta bianca e una semplice matita. Senza badare al tempo che passava mi sono persa nelle increspature del volto di quel centauro scolpito nella pietra, o nelle pieghe della veste della sensuale Venere, così candida in quel marmo di Carrara.



Carnevale di Venezia: maschere
Olio su tela, 50x60
D'altronde dovevo visitare di nuovo quella Venezia che per un anno ho tentato di suscitare in un quadro. O meglio, ho scoperto, ricopiandolo, il fascino delle maschere del carnevale. I loro sguardi sono così sfuggenti ma allo stesso tempo penetranti. Scrutano chi li osserva, con un'aria di indiscreta curiosità: la testa inclinata come a porre una domanda, e lo sguardo dell'altra maschera che si rivolge a scrutare qualcuno che non vedremo mai.

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