Come tanti, anche io sono stata rapita dal suo duplice fascino: chiassosa città di feste mascherate da un lato, quieta abitante di canali schivi dall'altro. In questo mio piccolo viaggio mi sono lasciata alle spalle San Marco, il Ponte dei Sospiri ed ogni luogo affollato ed ho apprezzato vie incredibilmente anguste e deserte, zone residenziali fatte di quotidiana quiete. Ogni piccolo dettaglio ha richiesto attenzione per essere compreso: anche il volo elegante di gabbiani si è pian piano rivelato una feroce battaglia attorno alla barca del pescatore appena rientrato.
Accanto a scene di vita quotidiana, ho poi ritrovato un'altra quiete all'interno di musei. Li ho esplorati attraverso un piccolo taccuino di carta bianca e una semplice matita. Senza badare al tempo che passava mi sono persa nelle increspature del volto di quel centauro scolpito nella pietra, o nelle pieghe della veste della sensuale Venere, così candida in quel marmo di Carrara.
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