mercoledì 15 aprile 2015

Sentimento ed emozione nell'arte contemporanea


Noi, nella nostra contemporaneità, viviamo di emozioni. Il nostro apollineo è racchiuso in quel secondo così profondo, individuale, incomunicabile, che solo parzialmente si può manifestare. Perciò la nostra arte è effimera: la pittura fatica a riprodurre l’emozione interiore ed è stata abbandonata a favore del cinema. Il film è un’arte d’azione: il mistero dei sentimenti umani si mescola all’artificio della scenografia e diventa una pura illusione su uno schermo. È inafferrabile, proprio come l’emozione che tanto ci affascina. Non potrebbe essere altrimenti: noi riproduciamo nell’arte quello che sentiamo dentro di noi. Non saremmo in grado di produrre opere granitiche, resistenti ai secoli. E, anche quando lo facciamo, ricerchiamo l’irrequietezza del provvisorio: allora in architettura diamo vita a palazzi pericolanti, al limite dell’impossibile: l’emozione scorre nella loro ossatura di cemento. Così costringiamo la pesantezza ad esprimere per sempre la leggerezza di quei sentimenti che tanto ci affascinano.

Foto di Marcel Gautherot

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