martedì 11 febbraio 2014

Mare in tempesta



Durante una tranquilla vacanza estiva in Croazia, ho ammirato qualcosa che si è manifestato davanti a me, impotente, con tutta la sua forza. Non avevo mai assistito alla forza e alla mutabilità del mare prima d’ora, davanti all’immensità del quale gli uomini non possono far altro che stare a guardare, inermi, aspettando che sfoghi tutta la sua rabbia. È successo all’improvviso. Dapprima qualche famiglia di stranieri godeva dell’acqua per rinfrescarsi in quella giornata di fine agosto così afosa: bambini facevano il bagno, qualche ragazzo si tuffava, famiglie di turisti pranzavano seduti ai tavolini di legno di una trattoria lungo il molo. Non c’era vento e l’umidità giaceva indisturbata nell’aria. Poi lo scenario è cambiato di colpo: in pochi minuti la temperatura si è abbassata di una dozzina di gradi, si è levato un vento sempre più forte e il mare ha cominciato ad assumere un colore sempre più scuro, fino a diventare nero. Potevamo vedere in lontananza incombere la tempesta fatta di cumulonembi e lampi. Tutte le barche sono rientrate il più velocemente possibile nel porto e i loro proprietari cercavano di mettere al riparo ciò che potevano; qualcuno, capendo che sarebbe stata una forte bufera, si è affrettato a togliere il motore dal proprio motoscafo. Le persone correvano lungo il molo, chiudendo i grossi ombrelloni della trattoria, attraccando le barche, cercando di afferrare oggetti leggeri già in balìa del vento, i gestori del locale calavano teli impermeabili per proteggere al meglio i tavoli dei clienti dalla furia di quel gigante. A poco a poco le onde si ingrossavano e inondavano completamente la banchina per poi infrangersi contro il molo. Estasiati ammiravamo i muri d’acqua che si stagliavano così all’improvviso davanti a noi, per poi ricadere talvolta in mare, talvolta sul pavimento di pietra con tutta la loro pesantezza.















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