lunedì 22 settembre 2014

Qando la magia si cristallizza in opere d'arte: Annalù Boretto


http://www.annaluboeretto.com

<<Nelle mie composizioni esiste una “Reverie” che definisco pero’ un deja vu analitico che vuole trattenere il sogno:  un non-luogo che crea cattedrali d’acqua, il non-Oceano di sottovesti meduse, esoteriche spirali di farfalle che si sgretolano in metamorfosi, un limbo che genera libri di ghiaccio e giochi d’infanzia sotto l’egida dei 4 elementi naturali.>>


Annalù Boeretto è un'artista contemporanea che ho incontrato per caso. O meglio, l'ho incontrata nelle sue opere esposte in una galleria d'arte a San Gimignano e non esagero se dico che mi ha stregata. Ogni sua scultura, realizzata in vetroresina e con altri materiali delicati, sembra parli di un mondo che non ha né spazio né tempo, un non-luogo che giace sospeso e si nutre di sogni. 

Forme nascono dall'acqua che, ancora informe, le abbraccia; farfalle leggere si raggruppano in vortici di vita e colore; libri acquatici raccontano di elementi che si combinano tra loro, sulle loro pagine.
Sembra che l'abilità tecnica dia piena espressione alla sensibilità dell'artista, creando opere che raggiungono un impatto fortissimo e coinvolgente con lo spettatore - il tutto nella più pacata delicatezza.
Tuttavia l'arte di Annalù non è racchiusa solo nella tecnica particolarissima che è sintesi di pittura e scultura, ma anche nella complessa genesi delle sue opere: sogno, riflessione, sensibilità si intrecciano alla materia, cristallizzando nelle sue sculture attimi fugaci. Così Annalù immortala il momento in cui sogni inconsistenti si creano.

Mi risulta difficile descrivere a parole il mondo di emozioni pacate che mi travolge ogni volta che osservo una sua opera: forse è semplicemente qualcosa di unico e indescrivibile. Perciò vi invito a gustare in prima persona l'arte di questa artista contemporanea, sul suo sito http://www.annaluboeretto.com o alle gallerie in cui le sue opere sono esposte:
















domenica 14 settembre 2014

Perché "Zelig" di Woody Allen è così attuale

Siamo negli anni Venti, immersi in un'America pazza e prosperosa. Ci troviamo nel bel mezzo di quella società di massa che sta nascendo negli anni del boom economico: mode e tendenze la travolgono in un clima di euforia mai visto prima, il jazz impazza nei locali, la radio e il cinema esaltano la modernità e il progresso che stava avanzando. Tutti, ma proprio tutti, sono inebriati da queste novità. 
Proprio in tale clima si inserisce l'opera cinematografica di Woody Allen che, attraverso il proprio protagonista, analizza aspetti positivi e negativi della società di massa alle sue origini. Il signor Zelig è un uomo che misteriosamente cambia aspetto, conoscenze e modo di fare a seconda della persona che ha di fianco. Si convince di essere ebreo se si trova accanto a ebrei, gli cresce la pancia accanto a un obeso, parla francese perfetto se si trova faccia a faccia con un francese e così via. Il prodigioso Zelig viene subito presentato su tutte le prime pagine dei giornali e l'America impazza seguendo le sue mutazioni. Diventa un vero e proprio fenomeno da baraccone dapprima amato e poi odiato dall'opinione pubblica. 

Scena tratta dal film "Zelig"
Regia di Woody Allen (1983)
La vera abilità del regista sta non tanto nel rappresentare alla perfezione le reazione della società di massa davanti a Zelig, ma nel far comprendere agli spettatori che Zelig stesso rappresenta la società. Zelig è infatti l'esasperazione di un particolare atteggiamento che gli uomini in questi anni stanno cominciando ad assumere: ognuno cambia il proprio modo di fare a seconda del contesto in cui si trova, per sentirsi parte del gruppo da cui è circondato. Proprio come dice Zelig, al giorno d'oggi "o sei un robot, o sei un camaleonte". Ci vuole coraggio, forse troppo coraggio per essere sempre se stessi in questa nuova società. Solo pochi affermano la propria opinione a testa alta.
E a ben guardarci anche oggi, dopo ottant'anni, tutto questo è ancora terribilmente attuale.