sabato 23 novembre 2013

La nuvola

Guardai Luca, quel bambino dall'aria assorta che, immobile, ammirava il paesaggio. I raggi del sole al tramonto gli sfioravano le guance dalla pelle delicata,  ne accarezzavano la morbida rotondità. Gli percorreva il viso quell'espressione riflessiva che assumeva quando tentava di capire il mondo, e a volte gli  riusciva: la sua tenera ingenuità era in grado di entrare nella profondità più remota e coglierne il senso, o semplicemente il lato più nascosto.
Volsi lo sguardo verso il luogo da lui tanto contemplato. Lo specchio d'acqua del fiume rifletteva la festa di colori del cielo, l'amplificava spargendola sulla vegetazione vicina. Il fruscìo delle canne, un'onda solitaria, tutto sembrava partecipare alla stessa magia; tutto era stregato da quell'attimo incantevole.
Sentivo che anche i miei occhi gioivano di quello spettacolo.
<<Guarda ragazzo - dissi - hai visto che tramonto stupendo? È talmente perfetto… vedi quella piccola nuvola lassù tutta dipinta di rosso, com'è bella ai raggi del sole? Vorrei essere in lei per godere libera nel cielo di tutto questo>>. 
<<Lei non è libera - rispose - non vedi com'è triste, sospesa nel nulla tutta sola? Vorrebbe avere compagnia ma non può. Le darei un abbraccio se scendesse, la porterei a spasso, le farei fare tanti giochi.. Con me non sarebbe mai triste. Non può neanche lasciare il cielo per andare a trovare le stelle, vedi che è costretta a stare in una strisciolina piccola piccola di aria? L'unica cosa che può fare è guardare il sole tutto il giorno e farsi scaldare.. Chissà, magari a volte i suoi raggi la scottano pure e lei non può farci niente. Quella nuvola è triste, così imprigionata nel cielo>>.

Restammo immobili sulla riva del fiume finché il sole non si coricò del tutto dietro ai tetti delle case. Lo presi dolcemente per mano. <<Andiamo Luca, sta facendo buio>>.

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