martedì 8 ottobre 2013

Nostalgia di primavera

Un salice si rispecchia nell'acqua sottostante. Malinconico, guarda i suoi rami piangere gocce di pioggia leggera che lentamente scorrono verso il basso, fino a far vibrare il suolo bagnato.
Non si sente nient'altro se non il ritmico ticchettio desolato: la natura subisce il peso della pioggia; non si oppone a quell'acqua placida che per necessità la invade. Essa parla, sola, in un teatro di attori muti; perfino un filo di ragnatela spezzato dalle gocce, in silenzio, soffre.

 In lontananza il rosso scarlatto di una rosa tardiva, sbiadito dal freddo autunnale, trema confuso: non trova il calore di un raggio di sole che per tanto tempo l'ha accolto, al suo sbocciare.


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