Vieni caro Marcovaldo, seguimi nella natura. Tutto questo ti sembra una
meraviglia, vero? Tu hai vissuto nella città, in quella Milano dominata dal
progresso e da uomini affrettati. Hai scovato la natura nei funghi velenosi di un’aiuola,
una piccola isola verde dispersa nel grigio dell’asfalto; hai provato a sognare
su un rumoroso tram, e ne hai pagato le conseguenze. Non c’è posto, in una
città, per un tipo come te: in ogni tuo tentativo di alzare lo sguardo sopra ai
palazzi inseguendo il volo di un uccello o di chinarti giù giù per osservare
nel dettaglio i più piccoli e teneri fili d’erba sei inciampato nel ridicolo.
Chissà, forse la gente che ti incrociava ti credeva pazzo o semplicemente un
po’ maldestro.
Chiudi gli occhi e sfiora il tronco di questo albero. Senti la sua superficie
liscia, ma allo stesso tempo così vissuta? È un vecchio platano che paziente fa
da guardia agli animali che in lui trovano riparo. Lo percorrono colonne di
formichine affrettate che salgono e scendono e scantonano per le sue fronde: tutto
il giorno faticano senza mai concedersi una pausa per provvedere a quel misero
mucchietto di terra tra le radici. Fermo, non pestarlo! Un tuo gesto maldestro
e tutto il loro duro lavoro è reso vano. Piuttosto fermati un momento e prova
ad annusare quest’aria: stai ben attento a quello che respiri. Senti quanti
piccoli odori s’insinuano nelle narici? Sono tutti così delicati: il profumo
degli alberi, della terra, di qualche rosa sbocciata al sole di maggio.. questa
è quella che i cittadini chiamano “l’aria buona”.
Allora, stai capendo che cos’è la natura? Mi sembri un po’ perplesso:
dici che ti sembra di capire ma allo stesso tempo di non comprendere nulla. Hai
percepito tante cose in questa gita fuori città, ma continui a lasciarti
sfuggire dalle mani il loro senso più profondo. Questa natura genuina – ben
diversa da quella cittadina – non ti sembra poi troppo differente, in fondo: le
formiche, che camminino sul muro di un condominio o sul tronco di un platano
verdeggiante, rimangono sempre piccoli animaletti affrettati. Ti accorgi di non
riuscire ad ascoltare davvero la natura. Forse ti aspettavi di trovare il
paesaggio ridente che hai sempre immaginato invece che squadre organizzate di
insetti e aria priva di odore.
Ecco, mio cittadino, vedo che hai capito: sei un ingenuo sognatore accanito.