lunedì 1 giugno 2015

La Venezia di Calvino

Venezia è un paradosso onirico diventato realtà. Questo è il motivo del suo incanto: gli edifici si reggono sull'acqua senza fuggirla, la accolgono ai piedi delle loro porte, le loro scale si lasciano inondare.  Diventano le portatrici del segreto del mondo marino - come dicessero che la città vive un'altra vita, rovesciata sotto al fondo delle barche, e che in ogni momento vi si può accedere.
Calvino non a caso ha scelto Marco Polo come protagonista de Le città invisibili: il viaggiatore non si è inventato nulla, era tutto già racchiuso nella sua città natale. Ha semplicemente rievocato quei giochi di ponti canali calle scale scalette rimasti indelebili nella sua memoria. Nel lontano Oriente ha capito che non c'è città migliore della duplice Venezia, un paradosso onirico diventato realtà.

mercoledì 15 aprile 2015

Sentimento ed emozione nell'arte contemporanea


Noi, nella nostra contemporaneità, viviamo di emozioni. Il nostro apollineo è racchiuso in quel secondo così profondo, individuale, incomunicabile, che solo parzialmente si può manifestare. Perciò la nostra arte è effimera: la pittura fatica a riprodurre l’emozione interiore ed è stata abbandonata a favore del cinema. Il film è un’arte d’azione: il mistero dei sentimenti umani si mescola all’artificio della scenografia e diventa una pura illusione su uno schermo. È inafferrabile, proprio come l’emozione che tanto ci affascina. Non potrebbe essere altrimenti: noi riproduciamo nell’arte quello che sentiamo dentro di noi. Non saremmo in grado di produrre opere granitiche, resistenti ai secoli. E, anche quando lo facciamo, ricerchiamo l’irrequietezza del provvisorio: allora in architettura diamo vita a palazzi pericolanti, al limite dell’impossibile: l’emozione scorre nella loro ossatura di cemento. Così costringiamo la pesantezza ad esprimere per sempre la leggerezza di quei sentimenti che tanto ci affascinano.

Foto di Marcel Gautherot